Facilitare la ricerca del vostro sito con il referenziamento naturale

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Facilitare la ricerca del vostro sito con il referenziamento naturale

Senza avere referenze che aiutano i motori di ricerca a proporre il vostro sito ai navigatori il vostro sito non avrà nessuna possibilità di successo. La terra promessa, il vaso di Pandora, la panacea di tutti i mali del referenziamento naturale è la presenza nella prima pagina di risposte di Google su una parola chiave che vi corrisponde. Per arrivarci, si pongono molte domande: “Come fare?”, “È possibile?” e ancora “È utile e ragionevole concentrare tempo e risorse su questo obiettivo?”

CHE COS’È IL REFERENZIAMENTO NATURALE?

Il referenziamento naturale è il complesso di tecniche che permettono a un sito di essere visibile nei diversi motori di ricerca (Google, Yahoo!, MSN ecc.). In inglese si parla di Search Engine Optimization (SEO), il che è tutto dire! Quel che si chiama posizionamento è dunque un’arte, quella di ottimizzare la collocazione del sito nella classificazione delle risposte del motore di ricerca, perché far parte delle risposte va bene, ma far parte dei primi siti elencati, è molto meglio! Il top è essere visualizzati nella prima pagina di Google per ognuna delle parole chiave pertinenti rispetto alla proposta del vostro sito.

PERCHÈ FUNZIONA?

Prima di capire il come del referenziamento naturale, è importante capire il perché: il ruolo dei motori, il loro interesse oggettivo, il loro modo di operare ecc. Ciò vi aiuterà ad adottare un comportamento adeguato e remunerante. La ragione semplicissima per cui esistono i motori di ricerca e sono apprezzati è che permettono agli internauti di recarsi sul vostro sito, non perché ne conoscono il nome o la sua esistenza, ma perché il contenuto delle vostre pagine corrisponde alle loro ricerche.

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LE PAROLE CHIAVE

Ricercare in Google il vostro sito, per esempio ipotizziamo l’idraulico giovanni milanese doc www.giovannibrembilla.it, chiedendo a Google “giovannibrembilla” non ha nessun senso, perchè la risposta è nella domanda quindi sarebbe come rivolgersi a chi già vi conosce. È invece sensato cercare il sito  con le parole chiave “idraulico milano”, se appunto “idraulico milano” rappresenta bene un gioco di parole chiave pertinente per descrivere la vostra offerta. Voi dovete rivolgervi alle persone che non vi conoscono ma che vogliono i vostri prodotti. Il preliminare inevitabile del referenziamento consisterà nella scelta meticolosa delle coppie o del terzetto di parole chiave pertinenti su cui puntare per avere dei risultati. Voler ottenere un posizionamento eccellente con un’unica parola chiave è molto arduo, a meno che non siate il solo specialista della vostra categoria su Internet! Nel nostro esempio, la parola chiave “idraulico” è molto ricercata e non tale da permettere grandi differenziazioni. È dunque spesso una perdita di tempo e di energia a scapito di un buon lavoro sulle parole chiave più importanti per voi ad esempio riparazioni lavandini milano oppure riparazione perdita acqua milano etc etc.

QUALI SONO LE PAROLE CHIAVE GIUSTE?

Usate l’esperienza del vostro negozio reale: con lo stesso spirito cercate di mettervi al posto dei clienti e immaginate mentre vi descrivono.

BASTA PENSARE ALLA PRIMA DOMANDA CHE VI FANNO I CLIENTI APPENA ENTRANO NEL VOSTRO NEGOZIO

Voi padroneggiate il vocabolario della vostra attività come uno specialista, e non è sempre il caso di chi vi cerca su Internet, e allora includete nella lista di parole chiave quelle “da non specialisti”.

PERCHÈ FUNZIONA

Il “perchè funziona” è motivato dell’interesse oggettivo delle società che sfruttano questi motori di ricerca. Il loro modello economico è molto semplice: guadagnano vendendo lo spazio pubblicitario immenso che sono le pagine dei risultati (per esempio le AdWords per Google). Come si produce un tale spazio pubblicitario? Con un numero molto elevato di visitatori, perfettamente focalizzato come target. E come si ottiene un numero molto elevato di visitatori, perfettamente focalizzato come target? Fornendo gratuitamente risposte pertinenti alle loro domande. Questa nuova evidenza ha un aspetto fondamentale: il motore di ricerca sa quel che vuole il suo visitatore! E vi aiuterà a focalizzare il vostro lavoro di referenziamento sul medio e lungo termine. Se avete appena cominciato a occuparvi del referenziamento, cercherete certamente qualche parere sul Web, ma poiché le cose si evolvono molto rapidamente, scoprirete che il referenziamento è un po’ come il gioco di “guardie e ladri”.

SE VOI SALITE IN CLASSIFICA un’altra azienda scende e sicuramente non resterà ferma ad osservare. Inoltre Google perfeziona costantemente i suoi algoritmi cambiando spesso le regole.

Le aziende e i vostri competitor perfezionano incessantemente i loro metodi per cercare di entrare a volte anche in modo deviante fra i risultati; Google e gli altri motori cercano costantemente di adattare le loro tecniche per difendere l’integrità dei risultati. È infatti esattamente il problema di Google (e degli altri). I robot che analizzano i siti da referenziare dovrebbero fornire risultati perfettamente rappresentativi, tenendo conto soltanto dell’essenziale: il contenuto. E garantire un ordine di classificazione dei risultati basato sulla qualità di questo contenuto oltre che un ordine di classificazione dei risultati basato sulla qualità di questo contenuto. In un mondo perfetto, Google avrebbe a disposizione dati sulla frequentazione di ogni sito, per determinare quale sito deve essere posizionato davanti all’altro. Ma i robot, per quanto evoluti, non sono (fortunatamente!) ancora degli esseri umani e inoltre nessuno conosce le informazioni sulla frequentazione reale di tutti i siti, perché queste informazioni sono gelosamente custodite dai proprietari dei siti stessi.

ALCUNE REGOLE DEI MOTORI DI RICERCA

Per colmare queste lacune, i motori di ricerca utilizzano diversi criteri che permettono di ponderare i risultati. Per esempio, qualche anno fa, durante la preistoria del Web, i motori non tenevano praticamente conto del contenuto della pagina e si focalizzano sulle parole chiave dichiarate dall’autore di ogni pagina di sito nei meta tag. Questo modo di procedere permetteva ai motori di rendere più rapida la classificazione e richiedeva meno risorse in termini di banche dati. In breve, era talvolta possibile barare e ottenere un buon posizionamento sulla parola chiave “gioiello”, anche per un sito che non ne parlava proprio. Ciò consentiva deviazioni come quella di attirare tantissimi visitatori grazie a parole chiave molto popolari (come “Britney Spears” all’epoca!) per vendere una qualsiasi altra cosa.

Ora naturalmente non è più possibile, perché questo andrebbe anche contro gli interessi dell’internauta. Quest’ultimo, contrariato per essere stato dirottato verso un tal sito, potrebbe decidere di cambiare il suo motore di ricerca preferito. Il modello economico del motore di ricerca, basato su un traffico qualificato e sulla soddisfazione dei visitatori, ha fatto cessare rapidamente simili pratiche. Tuttavia la caccia prosegue senza tregua fra guardie (motori) e ladri (raggiratori della classifica). I motori sono obbligati a fare appello a criteri complementari sempre più accorti, in modo da affinare le loro analisi. Ogni volta che una nuova procedura viene messa in pratica da Google, le classificazioni vengono scompaginate, provocando la gioia o la stizza di una massa si siti Internet; a ogni cambiamento, una folla di “guru” dichiara ugualmente di detenere i segreti per l’ottimizzazione dei risultati. Questi stessi guru diranno due anni dopo che non bisogna fare ciò che caldeggiavano qualche tempo prima, in quanto Google scopre queste pratiche e declassa o esclude (black list) i siti che le utilizzano.

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Che fare? Fate delle scelte!

  • In primo luogo il referenziamento naturale non è né l’arma assoluta né, contrariamente a ciò che si crede, il metodo più economico per creare un traffico qualificato su un sito, perché utilizzare campagne di parole chiave a pagamento come AdWords vi garantisce risultati molto rapidi e continuativi. Tuttavia il referenziamento naturale una volta raggiunti i risultati vi garantisce una costante presenza nelle prime posizioni H24 mentre ADW a budget finito vi toglie dalla prima pagina.
  • In secondo luogo, dovete prendere una posizione precisa e costante verso il referenziamento, per stabilire una strategia e adottare le tattiche che ne conseguono. Dovete insomma mantenere la rotta. Se pensate che il referenziamento naturale sia la vostra ancora di salvezza, dovete essere disposti a dedicargli parecchie ore ogni settimana, senza interruzioni: salire nella classifica delle risposte è una faccenda lenta, scendere è rapida.

Non potete farlo per qualche mese, per poi passare a un’altra cosa. Decidere di basare il vostro traffica qualificato sul referenziamento naturale, è un po’ come prendere un appuntamento è necessario dedicargli un po’ di tempo ogni giorno, altrimenti il rapporto non è destinato a durare! Tuttavia bisogna anche attendersi salti d’umore disastrosi, senza alcun preavviso.

Per le competenze necessarie ad un buon referenziamento naturale il consiglio è quello di stipulare contratti annuali con l’agenzia. Fantomatici esperti che promettono risultati entro un mese a basso costo non sono da prendere in considerazione.

UNA BUONA CAMPAGNA DI INDICIZZAZIONE NON PUò DURARE MENO DI UN ANNO E NON PUÒ ESSERE A BASSO COSTO. 

È SUFFICIENTE FARE SEO PER IL MIO SUCCESSO ONLINE?

No, per tutti i progetti online il lancio del business deve essere fatto con un piano di marketing digitale preciso e con più strumenti diversi tra loro. Non esistono regole standard o pozioni magiche, deve essere pianificato un percorso, misurato ed in base ai risultati corretto fino a raggiungere il miglior risultato possibile.

Nel caso di una piccola impresa che debutta in rete, puntare tutto sul referenziamento naturale è un’operazione troppo lenta, aleatoria e rischiosa.

  • Lenta perchè all’inizio voi volete e dovete sapere con una certa rapidità e sicurezza ciò che fate bene o male, ciò che piace o meno ai vostri clienti. È la cosa più importante. Allora aspettare mesi prima di poter testare il comportamento di alcune centinaia di visitatori non mi sembra ragionevole.
  • Aleatoria, perchè all’inizio, pur essendo voi seri, costanti, lavoratori, non avrete risultato garantito. Ora, quando si avvia un’attività e si lavora duramente, niente è più demoralizzante che vedere un mancato riscontro ai propri sforzi. Diffidenza, dunque.
  • Rischioso, perchè se avete la fortuna (o il talento se preferite) di piazzarvi bene in Google su una o due coppie di parole chiave, niente è acquisito. Domani il nuovo algoritmo di Google potrà relegarvi negli abissi della classifica. Mi potreste rispondere: “ma comunque ne ho approfittato per qualche mese”, certo, ma poi come attirerete altri visitatori?
  • Il mio consiglio è di mettervi in una condizione in cui potete dire in qualsiasi momento, in rapporto al referenziamento naturale, “il mio business ne trae vantaggio, è utile, ma il giorno in cui cessa, non sarò a rischio e troverò un altro filone per migliorare i risultati”.

Su Internet, come in tutti i settori dell’impresa, ciò che è vantaggioso ma incerto deve essere utilizzato come un’opportunità tattica e non come una strategia.