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Tassa sulle mance anche in Italia è un obbligo di legge

Imposta sostitutiva al 5% per le mance corrisposte ai lavoratori delle strutture ricettive e degli esercizi di somministrazione cibi e bevande. Questo quanto previsto dall’art. 1, commi da 58 a 62, l. n. 197/2022 (legge di bilancio 2023).

immagine mancia

In questo articolo:

-Di cosa si tratta

-Le criticità

-Cosa dovete fare voi titolari

-Come  farlo?

 
Adesso sai esattamente i 4 punti che discuteremo ma puoi ancora abbandonare la lettura…

 

Di cosa si tratta?

La nuova disciplina a carattere strutturale introdotta dal legislatore (art. 1, commi da 58 a 62, l. n. 197/2022) prevede come regime “naturale” di tassa sulle mance l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali con aliquota del 5%.

L’accesso alla misura è precluso ai lavoratori che abbiano percepito un reddito imponibile annuo superiore a 50.000 euro.

Se non sei interessato a capire come funziona l’imposta sulle mance smetti di leggere questo articolo…

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immagine lean management mapping

Nell’applicazione della suddetta imposta sostitutiva, ruolo centrale è ricoperto dal datore di lavoro (il ristoratore) chiamato a svolgere il compito di sostituto d’imposta. (esattore).

Tali somme sono escluse anche dalla retribuzione imponibile ai fini del calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale e dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e non sono computate ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR).

immagine mancia ristorante

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Le criticità

 

Volendo considerare gli aspetti più pratici della misura in esame, la norma così come prevista nella legge di bilancio 2023 non tiene conto di alcune criticità.

Infatti, come accennato, la norma prevede un ruolo centrale per i datori di lavoro, chiamati ad assumere le vesti di ” controllori ed esattori”  in fase di applicazione dell’imposta sostitutiva sulle mance.

Ad oggi, però, è possibile che il datore di lavoro non sia nella condizione di svolgere tale compito non avendo sempre pieno controllo delle mance percepite dai propri dipendenti.
La sostituzione d’imposta infatti sarebbe possibile quando il pagamento delle mance sia effettuato con mezzi elettronici o nel caso in cui le stesse siano raccolte in maniera centralizzata (es. salvadanaio in cassa).
Casi in cui, cioè, il datore di lavoro ha la possibilità di controllare e gestire in maniera diretta le mance ricevute dai propri dipendenti.
In questi casi, sarebbe possibile per il datore di lavoro rendicontare le somme e assolvere agli oneri documentali a suo carico nella qualità di sostituto (esattore e controllore).

immagine mance con carta

Nel nostro Paese, però, è ancora prassi consolidata quella di elargire le mance in contanti direttamente al lavoratore.
E’ possibile, dunque, che alcune somme elargite a titolo di liberalità non siano gestite direttamente dal datore di lavoro con la conseguente impossibilità da parte di quest’ultimo di svolgere in pieno il ruolo assegnatogli dal legislatore.

Cosa dovete fare voi titolari

 

Per la tenuta conto della ” tassa sulle mance” Di base le indicazioni  che da lo stato sono molto semplici:

  • Il titolare di un attività commerciale deve tenere traccia della mance incassate per poter giustificare i soldi in eccesso che ha nel cassetto o nelle registrazioni d’incasso nei pos bancari tramite carte bancomat o pagamenti elettronici.
  • Il titolare di un attività commerciale deve comunicare al proprio commercialista l’importo delle mance incassate in modo che questo non faccia cumulo per tasse e iva
  • Il titolare di un attività commerciale deve comunicare allo studio paghe l’esatto importo che intende mettere in busta ad ogni dipendente cosi che lo studio paghe possa calcolare se e quanto per questo dipendente occorrerà che voi versiate nel relativo f24 di contribuzione.

Come farlo?

 

In realtà non esiste un metodo disciplinato quello che possiamo consigliare è questo:

  • Il titolare di un attività commerciale potrebbe trovare modo di registrare l’entrata in cassa con un prodotto esente iva che non vada nel totale dell’agenzia delle entrate su cui si calcolano imposte ad. Questo garantirebbe un giustificativo per eventuali contanti di troppo in cassa.
  • Il titolare di un attività commerciale deve comunicare al proprio commercialista l’importo delle mance incassate in modo che questo non faccia cumulo per tasse e iva
  • Il titolare di un attività commerciale deve comunicare allo studio paghe l’esatto importo che intende mettere in busta ad ogni dipendente cosi che lo studio paghe possa calcolare se e quanto per questo dipendente occorrerà che voi versiate nel relativo f24 di contribuzione.
 

Aticolo redatto dai professionisti di Ristorazione+ il gruppo dedicato ai ristoratori