Pubblicazione su settimanale Mio – rubrica MIO-tech del 23/05/2018

Pubblicazione su settimanale Mio – rubrica MIO-tech del 23/05/2018

Da 0 a 100km/h in un secondo. Non sono le caratteristiche di una nuova macchina sportiva, ma dei prototipi da corsa modalità “racing” che solcano i cieli

 

LANCIA TRA LE NUVOLE IL TUO DRONE: VOLA PER GIOCO, PASSIONE O LAVORO

 

Un’innovazione tecnologica che attrae sempre più italiani. I vari suoi utilizzi negli ambiti civili, professionali e a scopo ludico, ma senza mai esagerare


La parola “drone” non è altro che il nome comune, e forse improprio, per definire una speciale categoria di oggetti volanti: gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR). Tali droni apparirono per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale. Negli anni 2000 il loro uso è stato riconvertito nell’ambito commerciale e sempre più società hanno sviluppato dei prodotti consumer, una sorta di successore degli aeroplani telecomandati usati in infanzia o del folto nugolo di appassionati di modellismo. Chi non ha mai visto passare un drone sopra la propria testa? Considerati innovazioni dinamiche e incredibili, i droni sono riusciti a entrare in numerosi settori della sfera economica globale, in particolare nel mercato commerciale, in quello dei beni di consumo e nelle operazioni militari. Dalle consegne veloci alla ricognizione di basi militari inaccessibili, i droni confermano di essere molto vantaggiosi in situazioni impraticabili all’uomo o dove non sia in grado di agire in modo rapido ed effi ciente.
UN’ESPERIENZA DIVERTENTE ALLA PORTATA DI TUTTI
La maggior parte delle persone preferisce girare al largo dai droni perché pensano che siano veramente diffi cili da manovrare. Questo non è assolutamente vero, ci sono delle soluzioni in commercio che si pilotano benissimo; comunque qualsiasi arte va migliorata con la pratica. L’ambiente migliore per imparare a pilotare un drone è lo spazio aperto, senza alberi, case o linee elettriche. Vuoi provare anche tu a pilotare un drone? Per iniziare va bene uno qualsiasi: se ne trovano online su Amazon a partire da 20€, anche con videocamera per riprese aeree. La durata della batteria varia da 6 a 10 minuti ed il kit è completo di tutto: paraeliche, scheda sd per registrare video e foto delle riprese, batteria ricaricabile e caricatore. I Droni professionali, invece sono tipicamente la combinazione di GPS + Videocamera + Stabilizzatore + FPV + Attrezzatura all’avanguardia. FPV signifi ca First Person View e identifica un sistema di pilotaggio remoto nel quale il pilota “vede” come se fosse realmente a bordo del velivolo. La tecnologia FPV si serve di una videocamera a bordo del drone, di un trasmettitore di segnale e di un dispositivo di ricezione e decodifica che è in possesso del pilota. Lo strumento di ricezione e decodifi ca è solitamente una console di comando modello “pad”, oppure può essere un paio di smart-glasses (occhiali smart, altamente tecnologici). Il sistema di guida FPV è largamente impiegato dai piloti che fanno Drone Racing (gare sportive coi droni). Questi droni che possono essere usati sia a fini ludici sia per riprese professionali, tipicamente necessitano di abilitazione e patentino per essere guidati. Sono il connubio di tecnologia, qualità e innovazione.

ED È SUBITO COMPETIZIONE!
Le prime competizioni con i droni da corsa nascono in Franci nel 2012. Sono gare a ostacoli all’aperto. Ci si incontra in un bosco o in un’ex fabbrica dismessa. Ci si scontra mentre si fa uno slalom tra gli alberi o si cerca di passare sotto uno scaffale crollato. Chi arriva primo vince. In poco tempo la disciplina si diffonde in tutto il mondo. Nascono gruppi social in cui ad ogni ora del giorno gli appassionati postano video di incontri, si scambiano consigli e chiedono opinioni. Perché il proprio drone ce lo si costruisce da soli. In Italia i centri più attivi sono le principali città del Nord: Milano, Torino, Bologna. Il primo campionato italiano di gare con i droni è stato inaugurato a Lodi il 21 ottobre 2017, con un buon ritardo rispetto al primo grande evento internazionale che si è tenuto a Dubai nel marzo 2016: il World Drone Prix, una sorta di mondiale della disciplina. Ma gli appassionati di droni da corsa non partecipano solo a gare di velocità. I piloti si dividono tra chi ama le corse e chi pratica freestyle, una modalità volo libera, in cui ci si esibisce in capriole e acrobazie. Funziona così: i giudici, di solito tre, hanno un visore tramite cui guardano ciò che vede il pilota. Valutano l’esibizione, che ha come base una musica, in base a quattro criteri:
1) Difficoltà della manovra
2) Pulizia delle manovre
3) Inventiva
4) Flow, cioè l’accordo tra la musica e l’esibizione. Come succede nella ginnastica ritmica o durante un’esibizione di pattinaggio artistico
I droni da gara non si comprano nei negozi, fatti e costruiti, ma si assemblano. Ognuno si costruisce il proprio. Questo perché le corse durano circa 1 minuto e mezzo e se si rompe un pezzo del drone per ripararlo bisogna saperci mettere le mani ed in fretta. Per autocostruirsi il proprio drone bisogna avere competenze tecniche, dall’elettronica all’aeronautica. Ma quanto costa farsi il proprio drone? Oltre al telaio bisogna pensare a motori, regolatori, schede di volo, trasmittenti video, eliche, antenne e telecamera. Pezzi che si comprano online. In Italia sono un paio gli store online di fi ducia, quelli con una sezione “racing” per i droni. Prezzo totale: dai 150  per un modello “base”, magari fatto con qualche clone cinese, agli oltre 500  dei prototipi più avanzati.

 

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