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Nel 2010, sono stati inviati 107 mila miliardi di messaggi di posta elettronica, dice Royal Pingdom. Significa che una persona che usa internet riceve in media una mail ogni dieci minuti. Nove volte su dieci si tratta di messaggi indesiderati. Spesso se ne occupa un sistema che impedisce allo spam di raggiungere la casella di posta elettronica.

In generale, però, si tratta del modo più personale, gradito, pratico e immediato per scambiare notizie e documenti con conoscenti, amici e colleghi. I quasi due miliardi di persone che hanno un accesso a internet hanno quasi tre miliardi di indirizzi di posta elettronica: un quarto dei quali è fornito dall’azienda per cui si lavora. Si tratta dunque di uno strumento enormemente diffuso, del più antico sistema di collaborazione della rete internet, di una soluzione importante per il lavoro e la vita personale.

Il marketing non può tenerne conto: secondo una ricerca della Ogilvy ( del 2006 ) i clienti di un’azienda cui questa spedisce un messaggio di marketing attraverso la posta elettronica spendono il 167% in più dei clienti che non ricevono quel genere di comunicazione.

Ma l’e-mail marketing è tutt’altro che una tecnica banale. Per molti motivi.

  1. Un messaggio di marketing compete per l’attenzione dell’utente con una grande quantità di altri messaggi.
  2. Un messaggio di marketing via mail compete per l’attenzione dell’utente con una grande quantità di altri messaggi inviati con i social network e gli altri media.
  3. Il contenuto dei messaggi deve essere interessante, personale e non intrusivo.
  4. Questi messaggi devono rispettare le regole e la sostanza del diritto alla privacy delle persone.
  5. I messaggi aziendali inviati per mail devono rispondere alle esigenze dei destinatari almeno tanto quanto rispondono alle esigenze dei mittenti.

Le aziende che vogliano partecipare alle conversazioni che si svolgono in rete devono intrinsecamente rispettare le persone con le quali si mettono in relazione: questa è spesso una rivoluzione copernicana per il marketing. Invece di imporsi all’attenzione, infatti, i messaggi di marketing devono essere pensati per farsi adottare dagli utenti.